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«Si legge quello che piace leggere, ma non si scrive quello che si vorrebbe scrivere, bensì quello che si è capaci di scrivere.» (Jorge Luis Borges)

domenica 7 febbraio 2016

Un fervore un po' freddo



È forse uno dei casi editoriali del momento o perlomeno se ne parla molto. Ecco quindi che, spinta dalla curiosità, mi accingo a leggere il nuovo romanzo di Emanuele Tonon, “Fervore”, edito da Mondadori. L'argomento, un anno di noviziato nel convento francescano di Renacavata, nel Centro Italia e il coinvolgimento diretto dell'autore che parla di un'esperienza autobiografica sono tutti dati a favore: questo libro, viste le premesse, mi intriga. Parto quindi a leggere con entusiasmo e senza pregiudizi. Certo che quando fin dalle prime pagine mi imbatto in espressioni come “dossologia del vento” ("ogni alba il nostro fiato diventava una dossologia del vento") o in frasi tipo: "Eravamo la glossolalia finale", resto un attimo perplessa. Il linguaggio è ambizioso, poetico e richiede la presenza dello Zanichelli (e qui potrei fare un primo appunto: autori, per chi scrivete? Pensate che il vostro lettore medio abbia fatto l'Accademia della Crusca e che usi quotidianamente termini come “dossologia” e “eoni” o al contrario lo reputate così inferiore e sprovveduto da sentire il bisogno di marcare l'abisso culturale che vi divide? Non è chiaro). Tonon descrive un personaggio corale e infatti usa sempre la prima persona plurale: noi. Racconta, con un linguaggio volutamente anti-naturalistico, il gruppo dei novizi, un insieme in cui non esistono più volti, corpi, storie ma dove le individidualità sono sostituite e riassunte da un unico fervore. È un percorso fatto di azioni che si ripetono, di luoghi che racchiudono segreti, una narrazione visiva, olfattiva, acustica che passa attraverso le sensazioni. Anche noi sentiamo il freddo delle stanze destinate alla preghiera, l'alito cattivo dei monaci, la ruvidezza del saio, l'odore della terra che i novizi lavorano nella speranza di seminare qualcosa che crescerà, ascoltiamo le voci stridule che cantano cercando l'accordo, percepiamo la voglia dei corpi di unirsi in un contatto carnale o forse solo umano e la colpa che spinge a percepirsi invece anima angelica, senza bisogni e desideri. Si capisce tra le righe che per la maggior parte degli aspiranti sacerdoti la vocazione religiosa, piuttosto che una chiamata spirituale, sia l'unica soluzione possibile, una fuga dalla miseria o dalla disperazione personale, il tentativo di sublimare il dolore di un'esistenza allo sbando in qualcosa di nobile e alto, forse per non sentirlo davvero. Il libro è diviso in capitoli che però non scandiscono un percorso, casomai focalizzano alcuni momenti di quell'anno di noviziato. Forse il più bello è “Il dolore del canarino”, dove finalmente l'autore ci dà qualche notizia su di sé, sulle motivazioni che l'hanno spinto alla scelta del convento. Tra le righe si intravede per la prima volta il diciottenne costretto a dieci ore al giorno di lavoro in fabbrica, il ragazzo che sta stretto in una vita ingiusta, che non può permettersi la tuta da sci nella settimana bianca scolastica e fa la pipì a letto a dieci anni perchè sente l'umiliazione della carità, l'adolescente ribelle che lascia la famiglia e cerca in Dio l'amore mai ricevuto. Ed è questo il vero problema del libro. È come se ci fossero due autori: quello che vorrebbe svelarci il volto del protagonista, che ci parla della sua vulnerabilità da canarino, della differenza sociale, della solitudine, dell'emarginazione che lo spinge a sentirsi parte di un progetto esistenziale condiviso e quello che cerca invece il tono aulico, l'ampollosità dei termini, e porta avanti la narrazione epica di quel noi dall'inizio alla fine, come un mantra anestetizzante. Alla fine però, purtroppo, il secondo narratore nasconde il primo e il romanzo ripete e ripete lo stesso concetto, gli stessi temi senza stupirci con un contrasto, con un percorso personale, con una presa di coscienza, diventando alla lunga noioso e restando generico.

©Laura Forti

Fervore
di Emanuele Tonon
Mondadori editore
ISBN: 880465046X






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