«Non c'è nulla di sorprendente come la vita. Tranne lo scrivere.» (Ibn Zerhani)

«La lettura rende un uomo completo, la conversazione lo rende agile di spirito e la scrittura lo rende esatto.» (Francis Bacon)

«Si legge quello che piace leggere, ma non si scrive quello che si vorrebbe scrivere, bensì quello che si è capaci di scrivere.» (Jorge Luis Borges)

domenica 21 febbraio 2016

Ciao zio!


Di Umberto Eco, fuori dalle fanfare di elogi al genio rinascimental-contemporaneo, dall'affannarsi a tirar fuori selfie con l'illustre o scribacchiare acidità contrarie, io, non ho niente da dire, molto da custodire.
Per me è come quello zio simpatico e bizzarro del film "Fanny e Alexander", quello che manda in visibilio i bambini, emettendo fiammate scorreggiando su una candela. Non sembri irrispettoso, ma zio Umberto, ci ha mandati in visibilio con qualunque cosa di suo abbia spruzzato sul fuoco. Magari con i saggi di semiotica un po' di palle ce le ha fatte, ma ci siamo beccati un 30 all'esame. E tra bustine di Minerva, romanzi, articoli, interviste e quant'altro, era sempre quello che ci dava sprazzi di brillante intelligenza, in questo nostro italico mondo che invece è diventato il crogiolo delle mediocrità.

Lui, che amava leggere in bagno (cfr. famosa bustina), si aggirava felice, come un topo nel formaggio, a casa sua tra cunicoli di libri che manco il protagonista di Auto da fé di Canetti (che invece era un intellettuale sfigato), amava mangiare, bere, fumare e alla fine della cena improvvisava concertini di flauto barocco (sempre in bagno). Lui che infine, c'ha dimostrato quanto bello, ottimista, importante, acuto, rompiballe contro l'ovvietà, possa essere il ruolo dell'intellettuale. Prosit!



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