«Non c'è nulla di sorprendente come la vita. Tranne lo scrivere.» (Ibn Zerhani)

«La lettura rende un uomo completo, la conversazione lo rende agile di spirito e la scrittura lo rende esatto.» (Francis Bacon)

«Si legge quello che piace leggere, ma non si scrive quello che si vorrebbe scrivere, bensì quello che si è capaci di scrivere.» (Jorge Luis Borges)

venerdì 19 febbraio 2016

Se il poeta si nasconde su Facebook


Una domanda, così, a bruciapelo? Si legge ancora poesia in Italia? Se proviamo a chiedere a qualcuno, magari anche con una buona cultura, di citare un autore italiano contemporaneo, preferibilmente vivente, ci saprebbe dare una risposta? Probabilmente no. In Italia si vendono e si pubblicano pochi libri di poesia – che perlaltro non ha mai venduto molto. Eppure c'è stato un periodo in cui poeti come Giovanni Raboni, Attilio Bertolucci, Vittorio Sereni hanno ricoperto ruoli importanti e di forza nell'industria culturale italiana. Poi il vuoto, o meglio la poesia si è ripiegata sull'autoreferenzialità dei recitals per addetti ai lavori, un po' tristi e "morettiani", solitari e anacronistici. Peccato perchè quello poetico è un grande laboratorio linguistico e immaginativo, un luogo aperto alla sperimentazione. Il web in alcuni casi si è rivelato un valido alleato: sono nati i blog, i siti personali, le autopubblicazioni su internet. Un fenomeno interessante che riporta la poesia alla portata di tutti ma che rischia di abbassare la qualità della proposta: tutti possono improvvisarsi poeti e il web finisce per diventare una vetrina narcisistica, uno sfogo privato, un coacervo di megalomania. Ci sono però delle eccezioni e a volte si possono incontrare delle vere e proprie gemme, degli artisti scampati al naufragio culturale che ci circonda che resistono, a modo loro, sulle loro isole online. E' il caso di Riccardo Boccacci, poeta con un passato illustre (che lui per modestia tende a minimizzare), che ha collaborato in passato con prestigiose riviste letterarie come “Salvo imprevisti” e “L'area di Broca” di Mariella Bettarini e che adesso, come dice lui, si è “ritirato dalle scene”. Se tutti vogliono apparire su internet, ansiosi di autocelebrarsi, Riccardo al contrario vi si nasconde (“Vivo rincantucciato/Come non fossi nato”) e lo usa semmai come finestra da cui affacciarsi, da cui lanciare stimoli e provocazioni. Stanco dei recitals, degli intellettuali, dell'autoreferenzialità dei circoli letterari, refrattario a etichette e definizioni, dotato di una feroce ironia che rivolge in primo luogo verso sé stesso, Riccardo scrive “poesie non finite” , sbocconcellando sillabe e emozioni e le abbandona, anzi le regala sul suo diario facebook o nei blog altrui; non ha un blog personale perchè lo riterrebbe una chiusura claustrofobica e detesta annoverarsi tra “i poeti laureati onore e consolazione della nazione”, si definisce, da buon figlio di madre ebrea, un “poeta errante”, in questo caso un vagabondo su internet. Gli abbiamo chiesto di presentarsi e lui ci ha scritto una divertente autobiografia corredata da tre sue poesie. E' davvero un peccato non poterne leggere di più. Ma di tornare a pubblicare, Riccardo non ne vuole sapere (se però siete curiosi, potete cercare il suo "Persona" nel cartaceo, edizioni del Gazebo http://www.edizionigazebo.it/catalogo.htm). 
Non resta che seguirlo sul suo facebook o sperare di veder riaffiorare qualcuno dei suoi versi sopravvissuti al naufragio tra le onde del mare poetico di internet. 

 “Riccardo Boccacci nasce a Fi/renzi il 24 11 1952. Già a otto anni scrive poesie ad imitazione degli Spagnoli Machado e Lorca... poi ha un blocco totale della scrittura fino ai 20 anni... in seguito alla estromissione da un concorso di poesia al liceo classico... vinto da una sua amante... evento che lo segnerà per sempre sia a livello scrittoriale che sentimentale. Lettore omnivoro... già a 14 anni si era divorato Joice, Kafka e la Recherche...al liceo classico comincia a leggere le novità editoriali degli Oscar Mondadori...che per prima portò in Italia Hemingway, Faulkner e gli americani, senza disdegnare però la fumettistica erotica di quegli anni... Zora la Vampira... Isabella... e la preferita Lucifera. Nei primi anni 80 fa un Auto da fè...della sua biblioteca di più di 2500 volumi. Entra giovanissimo a fare parte della rivista di Letteratura Salvo Imprevisti...diretta da Mariella Bettarini, rivista che a detta della critica è l'erede ufficiale di Politecnico ed Officina..A Salvo Imprevisti. partecipano come ospiti... fra gli altri... Pasolini Fortini Roversi Scalia. Sempre in quegli anni fa recitals di poesia itineranti in tutta Italia... è a Cuneo invitato da Roberto Musspai... fa recitals in Piazza di Spagna insieme a Milo de Angelis... Valentino Zeichen Magrelli... la Maraini... e la divina Vivian Lamarque tutti diventati poi poeti laureati, onore e consolazione della nazione... è spesso alla libreria Palmaverde a Bologna di Roberto Roversi... e si esibisce nelle case del popolo dell'Emilia e Romagna...sorbendosi dibattiti noiosissimi sulla poesia 'Operaia'... è invitato spesso al Beat 72 a Roma dove ammira le tette di una giovanissima Kunstermann... esce nell 84 dalla redazione della rivista L'aria di Broca...che nel frattempo aveva soppiantato 'Salvo Imprevisti'... Fa perdere le tracce fino alla pubblicazione di un libro di poesia nelle edizioni Gazebo dal titolo 'Persona'... rifiuta dopo la pubblicazione di partecipare a premi letterari... riviste... rispondere alle lettere dei poeti e critici a cui la casa editrice aveva mandato il libro... il suo motto preferito è' Vivo rincantucciato/come non fossi nato'... Improvvisamente sei anni fa... riappare come scrittore nel WEB... numerosi interventi circa 500 sul Blog di Aldo Ricci... e migliaia sulla sua pagina personale di Facebook... dove scrive il romanzo sempre in fieri 'Fregne assassine'... famose le sue rubriche 'E' Tardi si fa sera lezioni di poe(z)ia...' Sporcare le proprie poesie con un Twitt'... 'Ridurre le proprie poesie in un twitt'... dove proprio come lo scultore Giacometti che immaginava le statue grandi e poi gli si rimpicciolivano fra le mani... delle poesie scrive solo gli inizi o i finali... Brevi gemiti...mormorii... risatine... che attraversano... questo al di qua molto sospetto... Convinto che i poeti sono come stupide scimmie scopiazzanti che si assomigliano tutti... li invita ripetutamente a riposarsi chiudere libri e quaderni..lui stesso saccheggia libretti di opera... offre su Facebook grandi pagine di critica... dove stronca quelle che lui definisce le poetesse lesse baroccheggianti burrose in gelatina... epigone... della a dir suo... non poetessa... pluriacclamata sulle pagine Facebookkine... Alda Merini... che affettuosamente chiama Merinos BEHHH BEHHH!! Stronca ripetutamente anche un'altra delle poetesse acclamate nel web... la Valduga... di cui dice 'Ogni verso una buca'... Inventa nelle sue prose uno stile che postumo è convinto avrà enorme successo... lo stile 'Il senile'... da lui definito 'Il bello scrivere'... in contrapposizione al dilagante 'Bariccoso' e al 'Fabiovolatile'... lo stile 'Il senile' a volte si confonde nei momenti di più forti attacchi di bip-bip polare con lo stile 'Alzheimeroso'... L'insuccesso gli da completamente alla testa... quando la ragazza a cui aveva commissionato l'editing dei suoi scritti sparsi in ogni dove... scappa con l'anticipo di 200 euro... Si considera un poeta in cassa integrazione... la critica unanime lo riconosce come il migliore poeta abortito della sua generazione... 

Ci autorizza a pubblicare tre poe(z)ie stranamente intere... 


Il sole si è trasformato
in luna,poi nella stanza lampada.
Covo addii. Adesso è l'ora
che maligna ghermisce,
chi di qua resta bestia.
Veloce la vita un soffio,
l'uomo, materia che sogna.



la dualità va superata
questo l’ho capito
ma mantenersi saldi in questa 
posizione senza timore e apprensioni
questo è più difficile da farsi 
includere la morte
è includere la vita tutta intera
senza esclusioni, senza confronti.
...............................
Le cose non svaniscono
vengono solo meno
come il sole sbiadisce
dalla carne
come la schiuma esala
dalla sabbia.


Anche l'amore non ha
un tuonante epilogo,
muore con un suono


di fiori appassiti
come fa la carne
sotto la pietra pomice sudante.


Tutto concorre ad avere
questa forma,finchè
non rimaniamo soli
nel silenzio


(Riccardo Boccacci)



Nessun commento:

Posta un commento