«Non c'è nulla di sorprendente come la vita. Tranne lo scrivere.» (Ibn Zerhani)

«La lettura rende un uomo completo, la conversazione lo rende agile di spirito e la scrittura lo rende esatto.» (Francis Bacon)

«Si legge quello che piace leggere, ma non si scrive quello che si vorrebbe scrivere, bensì quello che si è capaci di scrivere.» (Jorge Luis Borges)

sabato 30 gennaio 2016

Daimon oggi intervista Assaf Gavron

Daimon oggi intervista Assaf Gavron.
Domanda. Quello che colpisce nel tuo libro – e anche nella tua opera precedente – è la voglia di non cedere allo stereotipo, di raccontare la vita, le persone nella loro complessità sia che si tratti dei coloni della Collina che del Kamikaze in La tua storia la mia storia. Spesso queste tue storie nascono anche da interviste a persone, da tue ricerche sul campo, per un bisogno di conoscere da vicino le situazioni di cui parli. Qual'è stato il lavoro di preparazione? Hai incontrato persone che hanno influenzato i personaggi o le dinamiche dei tuoi racconti?
Gavron: E' stato piuttosto andare nei territori della Cisgiordania, negli insediamenti, sedersi là e guardarli più che conversarci; naturalmente si parla molto dei coloni dappertutto, nei media, nei film, nei notiziari, ci sono alcuni personaggi pubblici, dei leaders, che fanno spesso dichiarazioni pubbliche, e parte di tutto questo è confluito nella voce dei personaggi, e alcune conversazioni che ho fatto con le persone che ho incontrato,. E' stato soprattutto assorbire l'atmosfera; la ricerca è importante per entrare nei sentimenti del luogo. Queste persone, le persone dei territori sono molto interessanti perché hanno influenzato la mia vita, il modo in cui le cose sono andate nel mio paese ma hanno anche storie e vite molto interessanti: perché alcuni di loro scelgono di diventare un kamikaze che si fa saltare, che cosa spinge una persona a farlo o a diventare un colono? In entrambe i casi, mi piace cercare di capirlo, mi piacciono le persone che fanno parte di questo puzzle, del Medio Oriente, di Israele, della Palestina, sono persone molto appassionate e questo comporta che abbiano vite molto affascinanti. I coloni vivono in zone molto violente, in condizioni estreme e sono motivati dall'ideologia più che dall'interesse personale, sono molto diversi da me, dalla maggior parte delle persone che conosco e mi interessa andare a incontrarli; naturalmente ci sono conseguenze perché le opinioni sono diverse, ci sono implicazioni politiche, c'è il pericolo che le persone leggano questo da un punto di vista politico. 
Domanda: Si parla anche del contrasto tra burocrazia che vuole distruggere l'insediamento per mantenere l'ordine e la volontà, la passione delle persone che hanno creato un loro luogo con proprie regole. Tutte e due le cose hanno ragioni e limiti. Come vivi tu il rapporto tra burocrazia e bisogni dell'individuo nel tuo paese?
Gavron: In un certo senso gli insediamenti fanno parte della creazione di Israele, questo riunirsi, rinunciare al benessere e alla convenienza individuale, alla ricchezza personale, per costruire qualcosa per la Società, fa parte dello spirito originario di Israele e i coloni si sentono gli unici ormai a portare avanti questa concezione; ma la domanda è ne abbiamo bisogno? Ne abbiamo bisogno là, con tutti i problemi che può creare? Sono d'accordo che in qualche modo la burocrazia sia un personaggio del libro perché se ne parla molto, di come i coloni la usino per i loro scopi e la combattano quando cerca di fermarli, è un gioco al gatto e al topo: collaborano in parte con la burocrazia e le autorità e la combattano anche, è una cosa abbastanza unica che accade in Cisgiordania, è molto complicato da capire e spero che nel libro sia riuscito a dare un'idea di cosa succede e a farlo anche con un certo humour perché in qualche modo è presente un certo senso dell'assurdo.
Domanda: E infine, un'ultima domanda di rito, quali sono i tuoi progetti futuri?
Gavron: Sto lavorando a un nuovo romanzo dovrebbe uscire in ebraico l'estate prossima è già quasi pronto è una storia che è più leggera in qualche modo della Collina, la Collina è un romanzo intenso, con molti personaggi e storie e argomenti impegnativi anche se lo stile è leggero; questo è una specie di thriller che coinvolge persone anziane ed è ambientato all'epoca del mandato inglese dal 1917 al 1948 ma nello specifico tratta di un evento successo nel 1946, un evento che ha coinvolto quattro dei personaggi che all'epoca erano giovani, sono due soldati inglesi che erano in servizio in Israele e due ragazze ebree, che all'epoca avevano tra i 17 e i 18 anni, e intrecciano una storia romantica ma sono coinvolti anche della situazione politica e ora nel 2013 60 anni dopo, questo evento riemerge dal passato e loro iniziano a confrontarcisi in un modo interessante, le persone muoiono, scompaiono, questa è la storia; un altro progetto è un saggio che sto scrivendo e che sarà pubblicato negli Stati Uniti insieme ad altri scrittori, molto famosi, alcuni anche Nobel per la letteratura e vincitori di Premi Pulitzer, sarà sull'occupazione e sulla Cisgiordania.

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