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domenica 31 gennaio 2016

Daimon ha letto per voi "Il ritratto della salute" di Chiara Stoppa


Chiara Stoppa, attrice, ha scritto un monologo sulla sua malattia e continua a portarlo in teatro. Da quel monologo è nato un libro, “Il ritratto della salute” edito da Mondadori. Daimon l'ha letto per voi, ecco la recensione. Preparatevi. Questo intenso monologo di Chiara Stoppa, nato per il teatro e diventato un libro, è devastante. Racconta l'esperienza autobiografica di Chiara che a ventisei anni, mentre fa l'attrice ed è in tournèe, si scopre stanca. E dai, sforzati, le dicono i compagni, che all'inizio non capiscono, non sospettano e pensano solo a un po' di pigrizia. Ma la stanchezza continua e comincia a diventare invalidante fino al crollo e alla diagnosi di avere un cancro. Però Chiara è una guerriera e non molla. Si sottopone ale cure con coraggio, senza perdere la sua ironia, circondata da amici che la accudiscono e riescono a farla sorridere anche se si tratta di scherzare sui capelli che cadono a ciocche e sulla nuova rasatura che la fa assomigliare allo zio Fester degli Addams. C'è una madre che resta vicina, sempre. C'è una famiglia che fa il tifo. D'altra parte c'è un sistema, quello dell'ospedale, della burocrazia, dei protocolli sanitari, degli infermieri a volte umani a volte brutali, senza mai un sorriso, dei medici che considerano i pazienti degli oggetti, delle cavie asettiche su cui fare degli esperimenti. E inizia la paura, quella vera, quella che tiene nelle sue morse il cuore prima di ogni controllo, prima di ogni risposta degli esami. Purtroppo Chiara appartiene a una piccola percentuale, quello di coloro che non reagiscono alle cure. Serve un trapianto e l'unica donatrice è la sorella anche se la compatibilità è solo del 50%. Ma proprio quando tutto sarebbe pronto per l'operazione Chiara rifiuta. Dice no, io scendo, smetto. Buum. Perchè lo fa, si chiede il lettore? Perchè è stanca, perchè non vuole che la sorella si senta in colpa se lei muore, se il trapianto non funzionerà? Perchè è fatalista, coraggiosa? Un'incoscienza dicono i medici. Forse. Chiara adesso è viva, è una bella ragazza piena di talento, che continua a portare a teatro la sua storia. Il suo libro non deve servire da esempio, come strada da seguire la sua storia è un caso, è andata così; casomai la sua testimonianza fa fare una riflessione imporatnte; spesso tendiamo a identificare la persona con la malattia. Il malato perde la sua umanità, la sua identità diventa tutt'uno con il suo cancro. Chiara ha voluto dire che intorno a quel tumore, dietro, invece c'era una persona, c'era lei. E lei non voleva più essere agita, parlata, voleva riprendere in mano la sua vita, uscire dalla campana del dolore e dei trattamenti, voleva tornare a comunicare con il suo corpo che le era diventato estraneo, cattivo. “Ero in uno stagno da troppo tempo. Avevo solo voglia di tirarci una pietra e muovere l’acqua. Basta aspettare. Vivere invece. Per quanto? Non lo so, ma vivere. Fino ad allora non avevo vissuto, avevo aspettato la guarigione”. Da leggere.

©Laura Forti








Chiara Stoppa
Il ritratto della salute
Mondadori
ISBN 9788804646822


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