«Non c'è nulla di sorprendente come la vita. Tranne lo scrivere.» (Ibn Zerhani)

«La lettura rende un uomo completo, la conversazione lo rende agile di spirito e la scrittura lo rende esatto.» (Francis Bacon)

«Si legge quello che piace leggere, ma non si scrive quello che si vorrebbe scrivere, bensì quello che si è capaci di scrivere.» (Jorge Luis Borges)

venerdì 29 gennaio 2016

Buon compleanno Anton!



Oggi ricorre la nascita di Anton Cechov. Scrittore cui tutti (anche chi non lo sa) dobbiamo qualcosa d'importante. Rappresentatissimo in teatro, è stato però, e per questo famosissimo ai suoi tempi, un grande scrittore di racconti. Anche il cinema ha, dichiaratamente o velatamente, saccheggiato a piene mani i soggetti delle sue storie.
Il nostro piccolo omaggio è un breve estratto dal suo racconto "Reparto n° 6".





Ivan Dmitric,  sollevandosi sul gomito dal giaciglio su cui stava sdraiato, tese allarmato  l'orecchio  alla  voce  estranea,  e  di colpo riconobbe il dottore.  Tutto  fremente d'ira,  saltò a terra,  e col viso congestionato  e  cattivo,  gli  occhi sbarrati, corse nel mezzo dello stanzone.  - E' venuto il dottore! - gridò, e ruppe in una sghignazzata. - Finalmente!  Signori,  i  miei rallegramenti: il dottore ci degna d'una visita!  Rettile  maledetto!  - stridette,  e in un trasporto di furore,  come ancora non  lo  avevano  mai  visto  qui dentro,  pestò col piede sul pavimento.  - Bisogna  ammazzarlo, questo rettile! No, ammazzarlo è poco: affogatelo in un cesso!  Andrej Efimyc, a quelle grida, dall'atrio allungò un'occhiata in corsia,  e  domandò col suo tono molle:  - Ma che c'è?  -  Che  c'è?  -  gridò  Ivan  Dmitric,  avvicinandosi  a  lui  con  un'aria  minacciosa,  mentre febbrilmente s'avvoltolava nella vestaglia.  - Che c'è?  Ladro!  - sbottò con avversione,  facendo con le labbra una smorfia come se  volesse sputare. - Ciarlatano! Boia!  - Calmatevi,  - disse Andrej Efimyc,  con un sorriso colpevole.  - Vi posso  garantire che io non ho mai rubato nulla: quanto al resto poi,  è probabile  che esageriate molto.  Vedo bene che siete inquieto con me.  Calmatevi,  vi  prego, se potete; e ditemi a mente fredda: perché siete così inquieto?  - E perché, voi, mi tenete qui?  - Perché siete malato.  -  Sì,  sarò malato.  Ma ci sono,  vero?,  diecine,  centinaia di pazzi che  girano in libertà,  per la ragione che la vostra ignoranza  è  incapace  di  distinguerli dai sani.  E perché mai, dunque, io e questi altri disgraziati  dobbiamo stare  rinchiusi  qui  dentro  per  conto  di  tutti,  come  capri  espiatori? 

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