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venerdì 29 gennaio 2016

Buon compleanno Anton!



Oggi ricorre la nascita di Anton Cechov. Scrittore cui tutti (anche chi non lo sa) dobbiamo qualcosa d'importante. Rappresentatissimo in teatro, è stato però, e per questo famosissimo ai suoi tempi, un grande scrittore di racconti. Anche il cinema ha, dichiaratamente o velatamente, saccheggiato a piene mani i soggetti delle sue storie.
Il nostro piccolo omaggio è un breve estratto dal suo racconto "Reparto n° 6".





Ivan Dmitric,  sollevandosi sul gomito dal giaciglio su cui stava sdraiato, tese allarmato  l'orecchio  alla  voce  estranea,  e  di colpo riconobbe il dottore.  Tutto  fremente d'ira,  saltò a terra,  e col viso congestionato  e  cattivo,  gli  occhi sbarrati, corse nel mezzo dello stanzone.  - E' venuto il dottore! - gridò, e ruppe in una sghignazzata. - Finalmente!  Signori,  i  miei rallegramenti: il dottore ci degna d'una visita!  Rettile  maledetto!  - stridette,  e in un trasporto di furore,  come ancora non  lo  avevano  mai  visto  qui dentro,  pestò col piede sul pavimento.  - Bisogna  ammazzarlo, questo rettile! No, ammazzarlo è poco: affogatelo in un cesso!  Andrej Efimyc, a quelle grida, dall'atrio allungò un'occhiata in corsia,  e  domandò col suo tono molle:  - Ma che c'è?  -  Che  c'è?  -  gridò  Ivan  Dmitric,  avvicinandosi  a  lui  con  un'aria  minacciosa,  mentre febbrilmente s'avvoltolava nella vestaglia.  - Che c'è?  Ladro!  - sbottò con avversione,  facendo con le labbra una smorfia come se  volesse sputare. - Ciarlatano! Boia!  - Calmatevi,  - disse Andrej Efimyc,  con un sorriso colpevole.  - Vi posso  garantire che io non ho mai rubato nulla: quanto al resto poi,  è probabile  che esageriate molto.  Vedo bene che siete inquieto con me.  Calmatevi,  vi  prego, se potete; e ditemi a mente fredda: perché siete così inquieto?  - E perché, voi, mi tenete qui?  - Perché siete malato.  -  Sì,  sarò malato.  Ma ci sono,  vero?,  diecine,  centinaia di pazzi che  girano in libertà,  per la ragione che la vostra ignoranza  è  incapace  di  distinguerli dai sani.  E perché mai, dunque, io e questi altri disgraziati  dobbiamo stare  rinchiusi  qui  dentro  per  conto  di  tutti,  come  capri  espiatori? 

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